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Soave cibo mi è il pianto e l ardore,
le perdute speranze un giusto freno
ch indietro volge il già corso desire. 11
Il tormento m apporta largo onore,
ché, per virtù del bel lume sereno,
di par a la mercé piace il martire. 14
37
Dove sono ora le mie fide scorte,
e dove tengon volti i chiari rai?
Vedrò quel dì ch io le riveggia mai,
ché non si può patir sì lunga morte? 4
Quando con dolci accenti quelle accorte
parole mi diranno: «Or vivi; omai
asciuga l pianto, ch hai tu pianto assai;
Letteratura italiana Einaudi 68
Vittoria Colonna - Rime
ecco l tuo Sol, che l Ciel t ha dato n sorte!»? 8
E quando quella man sì desïata
potrò basciar, contandole più d una
volta la pena mia, che ogn altra avanza? 11
Oh me felice! e più ch altra beata
se non s opponerà l empia Fortuna
a sì caldo desio pien di speranza! 14
38
Sovra del mio mortal, leggiera e sola,
aprendo intorno l aere spesso e nero,
con l ali del desio l alma a quel vero
Sol, che più l arde ognor, sovente vola, 4
e là su ne la sua divina scola
impara cose ond io non temo o spero
che l mondo toglia o doni, e lo stral fero
di morte sprezzo, e ciò che l tempo invola, 8
ché n me dal chiaro largo e vivo fonte
ov ei si sazia tal dolcezza stilla
che l mel m è poi via più ch assenzio amaro, 11
e le mie pene a lui noiose e conte
acqueta alor che con un lampo chiaro
di pietade e d amor tutto sfavilla. 14
39
Mosso d alta pietà non move tardo
il Sol che seco in Ciel mi ricongiunge,
ma vien ognor più lieto, e sempre giunge
al maggior uopo, ond io pur vivo ed ardo. 4
Quant egli può dal primo acuto dardo
risana il cor, e con più saldo il punge
ora che, col pensier fido, da lunge
Letteratura italiana Einaudi 69
Vittoria Colonna - Rime
a quel ch esser solea felice il guardo. 8
Gli occhi che Morte mi nasconde e cela,
ond uscio l foco ch ancor l alma accende,
fur chiari specchi in terra al viver mio; 11
or quel raggio che l Ciel non mi contende
mi mostra ove drizzar convien la vela
per questo mar del nostro secol rio. 14
40
S è ver, com egli dice, ch io sospinta
d alto infinito ardor viva di fede
sì, che lo spirto, alor che troppo excede,
lascia basso la carne inferma e vinta, 4
com esser può che essendo intorno cinta
del bel raggio immortal, che ogni ombra vede,
non scorga questo error, s ei pur non crede
esser la luce in me morta o dipnita? 8
Ma s ella è viva io so che con soave
voce lo sposo chiama, e vuol s aspetti
opra e valor qui d arte e di natura, 11
ond a quei ch hanno in lui di me la cura
di fuor la lascio, e dentro i puri affetti
volgo al Signor ch ha del mio cor la chiave. 14
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È sì giusto il pensier che mi tormenta
che m è grato il morir per tal cagione;
fa li sensi subietti a la ragione
e scaccia ogni altro che d entrar vi tenta. 4
Quindi nasce il dolor che mi contenta
in amar libertà, dolce prigione,
in gentil foco che in nulla stagione
Letteratura italiana Einaudi 70
Vittoria Colonna - Rime
ne fia mai dramma o una scintilla spenta. 8
Né Fortuna potrà, né Tempo o Morte,
né loco far ch io cambi altro pensero,
onde scorgo del Ciel la vera strada, 11
ché i raggi del mio Sol m apron le porte.
Veggio del Gran Motore il lume vero,
onde convien ch al mondo altera io vada. 14
42
Principio e fin de la mia fiamma eterna,
che, con mirabil forza e celest arte,
arde del cor la più secreta parte
senza toccar di me quest altra externa, 4
fa che per grazia omai senta e discerna
che l chiaro vivo ardor da me non parte,
né puote il senso raffreddarlo in parte
se divina ragion l accende e interna. 8
Devrebben star pur sempre i pensier fissi
nel foco bel che ne consuma e accende
per rinovarne in più sicura vita; 11
ma di quel vero ben non vede o intende
una sol stilla di infiniti abissi
quella mente del Ciel qui più gradita. 14
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Assai lungi a provar nel petto il gielo
di noiosi pensier ch apportan gli anni
alora er io, ché n tenebre ed affanni
mi lasciasti, o mio Sol, tornando al Cielo. 4
Indegna forse fui del caldo zelo
onde tu acceso apristi altero i vanni
infiammarmi a schivar l ire e gli inganni
Letteratura italiana Einaudi 71
Vittoria Colonna - Rime
del mondo e sprezzar teco il mortal velo. 8
Tu volasti leggier; io sotto l ali
che tu spiegavi avrei ben presto ardire
salir con te lontana ai nostri mali. 11
Lassa! ch io non fui teco al tuo partire,
e le mie forze senza te son tali
ch or mi si toglie il viver e l morire. 14
44
Mentr io qui vissi in voi, lume beato,
e meco voi, vostra mercede, unita
teneste l alma, era la nostra vita
morta in noi stessi e viva ne l amato. 4
Poi che per l alto e divin vostro stato
non son più a tanto ben qua giù gradita
non manchi al cor fedel la vostra aita
contra l mondo vèr noi nimico armato. 8
Sgombri le spesse nebbie d ogn intorno
sì ch io provi al volar spedite l ali
nel già preso da voi dextro sentero; 11
vostro onor fia ch io chiuda a piacer frali
gli occhi in questo mortal fallace giorno
per aprirli ne l altro eterno e vero. 14
45
Quand io scorgo, dubbiosa, il fango e l ombra
del cieco mondo, e i lacci, e quel possente
van desir l alto acquisto che sovente
sotto falso piacer d error n ingombra, 4
io mi rivolgo al bel pensier ch adombra
la cara effigie entro l accesa mente,
tal ch al cor la riporta, onde l ardente
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Vittoria Colonna - Rime
raggio d ogni timor tosto il disgombra. 8
Vien lieto al gran bisogno, e pone in bando
quant ignoranza sì folle vaghezza
forse avea posto a men saldi penseri; 11
ond io m onor felicemente amando
lo spirto alter, che con soave asprezza
fuga i falsi piacer mostrando i veri. 14
46
Mossa d altra cagion, foco mio raro,
mentr io qua giuso in voi mirava spesso,
avrei voluto lo mio spirto istesso
nel vostro trasformar, più d altri chiaro. 4
Quel divin, ch or in sé chiude l avaro
Ciel, tenea l alma mia sol dentro impresso;
né il bel di fuor, ch agli occhi fu più a presso,
a lei del vero accesa era sì caro. 8
Ond io, tremando e ardendo, i dolci rai
seguia più lieta, ognor me stessa e l mondo
sprezzando come cose inferme e frali. 11
Ben prese il mio terrestre e grave pondo
da quel celeste ardor sì leggiere ali
ch io non cadrò senza levarmi omai. 14
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Audace mio pensier, mentre presenti
sempre l imagin bella, il corso frena
sì che maggior desir con nova pena
nel più bel stato mio non mi tormenti. 4
Ivi lieto ti ferma, e sol consenti
che da la luce angelica serena
sia di tanto valor l alma ripiena
Letteratura italiana Einaudi 73
Vittoria Colonna - Rime
che del futuro mal non si sgomenti. 8
Mentre dura l piacer la ingorda voglia
cessi, ché quando il bel lume si asconde
per l uno e l altro mal cresce l affanno, 11
e se l breve riposo non mi spoglia
di prime pene non avran seconde,
ch a sì poca virtù soverchio è l danno. 14
48
Dal soverchio desio nasce la tema,
e fa che l alma in un gioisca e gema.
Sente l ardor che l miser core offende
quando dal suo imperfetto
il sublime valor non si comprende. 5
Ma poi che l lume irradia l intelletto,
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